L’estate era calda e afosa e le zanzare, insetti silenziosi ma fastidiosi si divertivano a ronzare tutt’intorno e punzecchiavano uomini e animali.
La piccola zanzara per tutta la giornata aveva svolazzato di qua e di là divertendosi ad infastidire tutto ciò che si parava dinanzi: Quella sera ritornando presso il suo rifugio disse alle sue amiche di gioco:” Care amiche sono annoiata delle solite cose, domani voglio fare qualche cosa di più emozionante: sfiderò il leone, il re della foresta.”
Le amiche meravigliate e anche spaventate in coro replicarono:” Ma come osi ti schiaccerà senza pietà.”
“Ah Ah Ah vedremo chi sarà più veloce e vincerà questa sfida.” Così dicendo l’indomani si diresse presso la caverna del leone. Umilmente e con rispetto si inchinò difronte al grosso e potente animale e iniziò:” Sire, sono qui per lanciarti una sfida! Tu credi di essere più forte di me, ma io non ti temo. Tu non sei affatto più forte di me e io telo dimostrerò.”
Il leone spalancò i suoi grandi occhi e guardò quel piccolo esserino che osava sfidarlo. Divertito acconsentì.
Le piccole amiche della zanzara tremanti per la paura ma anche incuriosite sparsero la notizia della sfida e tutti gli animali arrivarono di corsa per assistere all’incredibile evento.
Il leone si stiracchiò, si alzò in piedi, subito la zanzara iniziò a ronzargli intorno e agilmente si posò sul suo naso e iniziò a punzecchiarlo, a più non posso.
Il leone alzò la sua grossa zampa per schiacciare la fastidiosa zanzara, inutile l’insetto divertito continuava instancabilmente a infierire contro il suo naso che diventava sempre più grosso e graffiato dagli artigli.
Stanco e sconfitto, il leone con il grosso naso tutto dolorante, si gettò a terra, costretto ad arrendersi.
Tutti gli animali presenti esultarono di gioia per la piccola zanzara e lei soddisfatta con il cuore gonfio di felicità volò via a tutta velocità sentendosi vittoriosa.
L’insetto presuntuoso, raggiante assunse un’aria di superiorità, non si accorse della tela che un ragno aveva tessuto tra i rami di un albero e andò ad intrappolarsi.
La superba zanzara rimase prigioniera e per quanto cercasse di divincolarsi, non riusciva a liberarsi.
Il ragno, con le sue lunghe e pelose zampette, si stava avvicinando per mangiarla in un sol boccone.
La zanzara si mise a piangere disperata.
Fortunatamente il leone che aveva assistito alla scena, si alzò e con una zampata distrusse la tela del ragno liberando la zanzarina dicendo: “Eccoti salvata mia cara amica, ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te. E questo me lo hai insegnato proprio tu.”
Liberamente tratto dalla favola originale di Esopo (scrittore nell’antica Grecia 620 a.c.)