L’asino del mercante di sale

In un casale di campagna viveva un mercante che commerciava con tutti i più ricchi mercanti delle città vicine.

Comprava e vendeva ogni tipo di mercanzia. Nel trasporto delle merci si faceva aiutare da un cavallo che trainava un carretto.

La casa era circondata da un grande e ampio podere, dove scorrazzavano tanti animali, tra questi un asinello.

Era un animale che trascorreva le sue giornate in libertà, passeggiando per i campi e mangiando il cibo che trovava.

Tutti i bambini volevano giocare con lui, o salire in groppa e cavalcarlo.

L’asinello era molto felice.

Un giorno, però, la sua libertà finì, il mercante si avvicinò e disse:” Mio caro e selvaggio

asinello il mio fedele cavallo è morto, mi ha servito per molti anni, ma ormai era troppo vecchio e mi ha lasciato. Da oggi, tu prenderai il suo posto.”

L’animale non capiva cosa gli stava accadendo, ma a malincuore seguì il padrone che lo attaccò ad un carro carico di sacchi e lo condusse in un largo sentiero attraverso il bosco.

Il sentiero finiva in un’ampia campagna coltivata ai margini di un fiume, superata questa, si entrava in una vasta pianura e finalmente si arrivava al villaggio dove la merce veniva scaricata e il peso del carico diventava più leggero.

L’asinello era triste, non aveva più la sua libertà, non giocava più con i suoi cari bambini.

Il lavoro era troppo pesante per il ciuchino, sarebbe voluto scappare, ma come tutti sanno l’asino è un animale docile ed obbediente e perciò non si ribellò e continuò il suo lavoro.

Il percorso era sempre lo stesso e l’asinello lo seguiva a memoria mentre il padrone dormiva nel carro.

Un giorno il mercante si ammalò e ordinò all’animale di consegnare il carico senza il suo aiuto.

Appesantito da tutti quei sacchi, l’asino arrivò al villaggio, scaricò la merce e ritornò al casale.

Il padrone era così felice che premiò la bestiola con una doppia dose di biada.

Il mercante, vedendo che l’asinello era così bravo, pensò che potesse fare le consegne senza il suo aiuto, lui nel frattempo avrebbe potuto dedicarsi ad altri lavori.

Da allora il somaro percorse da solo il tragitto, con ogni merce e ogni tempo. Il padrone era sempre più soddisfatto del suo asinello.

Una mattina il carico era più pesante del solito allora l’asino pensò di accorciare il percorso e giunto al fiume decise di attraversarlo.

In quel punto l’acqua era più profonda, l’animale cadde. Asinello e merci si bagnarono, rialzandosi si rese conto che il peso del carro si era alleggerito e sorrise felice.

Il carro era pieno di sacchi di sale che a contatto con l’acqua si sciolse rendendo il carico molto leggero.

L’asinello pensò:” Finalmente ho trovato il modo di accorciare la strada e attraversando il fiume il carico diventa più leggero. Io farò meno fatica.

L’indomani il mercante lo inviò al villaggio con nuove consegne.

L’asino si avviò come sempre, ormai aveva capito come fare per liberarsi del peso e. accorciare la strada. Giunto al fiume, si immerse.

Questa volta aveva un carico diverso del precedente, infatti il carro conteneva sacchi di spugne. Una volta entrati nell’acqua le spugne iniziarono ad assorbire tanta di quell’acqua che diventarono sempre più pesanti.

L’animale iniziò a nuotare con forza, ma il peso lo faceva affondare trascinandolo verso il fondo del fiume.

L’asino stava per affogare, terrorizzato, pianse e ragliò con tutta la sua forza.

Alcuni contadini che stavano lavorando nei campi vicini, accorsero in suo aiuto e lo portarono in salvo.

Fu così grande lo spavento provato dall’asinello che non si allontanò mai più dal vecchio percorso.

Tratta dalla favola originale di Esopo (Scrittore nell’antica Grecia 620 a.c. Circa – Delfi, 564 a.c.)

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