Perché i neonati dormono poco di notte?

È possibile stabilire fin da subito una corretta routine serale?

Il sonno dei neonati differisce da quello degli adulti sotto molteplici aspetti e ciò porta non poche difficoltà ai neogenitori, che vorrebbero regolare subito il ritmo sonno-veglia del proprio bambino, così da poter riposare. È bene instaurare delle piccole abitudini ma, per i primi mesi, bisogna rassegnarsi a adattare i propri ritmi di adulto a quelli del nuovo arrivato e non viceversa.

Perché i neonati dormono poco di notte?

Nelle prime settimane di vita un neonato dorme, in media, sedici ore al giorno: il ritmo sonno-veglia è molto irregolare ed individuale, con una veglia leggermente più lunga di notte. Questo perché il feto è abituato, durante la gravidanza, a dormire di giorno ascoltando i rumori per lui abituali e a svegliarsi non appena la futura mamma si sdraia per il riposo.

Nel primo periodo, il sonno è regolato soprattutto da istinti biologici e pulsioni primarie: a causa della scarsa capacità gastrica contrapposta all’intenso ritmo di crescita, il ritmo biologico del poppante si aggira intorno alle tre, quattro ore. Quindi il bambino tende a svegliarsi quando ha fame ogni tre ore ed a riaddormentarsi non appena si sente sazio.

Il sonno è un aspetto molto complesso della crescita, condizionato da differenti fattori:

  • fattori genetici: il bambino potrebbe avere geneticamente un ritmo sonno/veglia più o meno regolare.
  • fattori individuali: è infatti fin da subito possibile notare un bambino più dormiglione, che tenderà a dormire fino a 20 ore, ed un bambino più vivace a cui ne basteranno 16.
  • alimentazione: si è notato, infatti, che un bambino allattato artificialmente tende a dormire di più e per periodi più lunghi.
  • psicologici ed emotivi: si possono infatti sviluppare, intorno agli otto mesi, i cosiddetti disturbi del sonno. È infatti intorno a quest’età che il bambino inizia a maturare psicologicamente e a sviluppare l’attaccamento; può, quindi, provare un forte disagio nell’allontanamento momentaneo dalle figure di riferimento.
  • fattori strutturali: il sonno di bambini e adulti è diviso in due differenti fasi. La fase REM è caratterizzata da un sonno leggero, frequenza cardiaca irregolare, movimenti degli arti e intensa attività celebrale. La fase non REM è la vera e propria fase ristoratrice e si compone a sua volta di quattro fasi: sonnolenza, sonno leggero, sonno profondo e sonno molto profondo; le quali si ripetono ciclicamente durante il sonno del neonato, implicando una certa facilità al risveglio nel passaggio da sonno profondo a sonno leggero. Inoltre, il sonno dei neonati è composto per il 50% dalla fase REM, percentuale che diminuisce con la regolazione del ritmo sonno-veglia, fino ad arrivare al 15% negli adulti.
  • fattori biologici: oltre al susseguirsi del ciclo fame/sazietà è anche importante notare che il bambino non è ancora capace di distinguere il giorno dalla notte. Per lui non vi è infatti alcuna differenza e tenderà a seguire semplicemente i propri istinti.

Il sonno nei primi mesi

Attorno ai due mesi di vita il bambino inizia ad acquisire il ritmo circadiano, ovvero il ritmo fisiologico che caratterizza tutti noi, sia sul piano del sonno che sulle funzioni cardiocircolatorie, la respirazione, la temperatura corporea e la produzione di ormoni. I periodi di veglia iniziano a concentrarsi verso il pomeriggio e ad allungarsi, così come il sonno inizia ad essere più intenso di notte. Da qui si può iniziare a stabilire un orario costante per il sonno notturno, collegato con i pasti e ad impostare una corretta routine serale, su cui torneremo più tardi.

A tre mesi iniziano a differenziarsi il sonno notturno e il sonno diurno. L’esigenza complessiva di sonno si riduce a 13 ore e, nella maggior parte dei casi, il bambino comincia a strutturare il suo ritmo sonno-veglia. Avrà quindi più lunghi periodi di veglia, alternati a brevi sonnellini durante il giorno, e più lunghi periodi di sonno notturno, in cui aumenta la componente di sonno profondo e diminuisce la fase REM.

Tra i sei e i quattro mesi, nella maggior parte dei bambini, il sonno notturno diventa abbastanza lungo e continuativo, con anche sei ore di fila di sonno nonostante le esigenze complessive rimangano di 12-14.

Dal sesto mese in poi il bambino inizia progressivamente ad allungare le ore di veglia e diminuire quelle di sonno, arrivando a 9-10 ore di sonno totali.

Intorno agli otto mesi possono insorgere alcuni disturbi del sonno: come resistenza ad andare a letto, terrore notturno, sonnambulismo e risveglio frequente. Possono essere prevenuti impostando fin da subito una buona routine della buona notte.

Come instaurare da subito delle buone abitudini

Nelle prime settimane di vita i neogenitori possono fare ben poco per regolare l’attività notturna del neonato, come abbiamo visto. Unico accorgimento fondamentale è di evitare sia la posizione prona, sia di far addormentare il neonato nel lettone con i genitori per scongiurare la Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante.

È bene però instaurare fin da subito delle buone abitudini: il bambino dovrebbe essere messo a letto alle prime avvisaglie, quali sbadigli, stropicciamento occhi e sguardo fisso all’orizzonte.

Inoltre, il fisiologico adattamento può essere favorito e accelerato differenziando l’ambiente del sonno notturno da quello del riposo diurno: è importante far addormentare il bambino in un ambiente confortevole ed intorno ai 20°, al buio e in silenzio; cercando di trasformare i momenti di poppata notturna o eventuale cambio pannolino in zone quiete, con luce soffusa, non cedendo all’istinto di giocare o parlottare con il piccolo. Al contrario, durante il giorno, è bene lasciare entrare un po’ di luce nella stanza e non interrompere la propria quotidianità, evitando solamente i rumori più violenti che potrebbero svegliare il bambino.

Anche l’uso di comportamenti rituali può aiutare il neonato a identificare il momento del sonno notturno. Si possono quindi instaurare alcune abitudini con pazienza e gradualmente: rendendo, per esempio, routinario il bagnetto dopo il pasto serale, con poi un gioco o una storia della buona notte che prepari il bambino alla nanna.

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