Il principe ranocchio 

Tra le mura di un vecchio castello c’era uno stagno dove viveva e nuotava uno strano ranocchio.

Non era un vero ranocchio, ma un giovane e bel principe tramutato in ranocchio da un malvagio incantesimo.

Solo il bacio di una bella ragazza avrebbe rotto l’incantesimo.

Ogni giorno, l’animale nuotava tra le sterpi dello stagno sperando di avvicinare la bellissima giovinetta che passava i suoi pomeriggi a giocare con una palla dorata.

La bella fanciulla era la figlia del proprietario del castello: il re.

Come tutti i giorni, la principessa giocava con la palla, la lanciava in alto, la riprendeva, all’improvviso le scivolò dalle mani e rotolò in mezzo allo stagno.

La fanciulla non riusciva a riprenderla e pianse, pianse sempre più forte.

“Non piangere mia dolce e bella principessa, ti aiuterò io.”

La fanciulla si guardò intorno, chi aveva parlato?

Vide un ranocchio che sporgeva dall’acqua.

“Ah, piccolo ranocchio sei tu che hai parlato?: Piango perché la mia palla dorata è caduta nell’acqua e non riesco a riprenderla.”

“Calmati bella fanciulla, ti aiuterò io, ma cosa mi darai in cambio se ti riporterò la palla ?” Aggiunse il ranocchio.

“Quello che vuoi, posso darti: gioielli, pietre preziose, la mia stessa corona” disse la principessa.

“Desidero solo essere tuo amico, il tuo compagno di giochi, vivere con te nel castello, mangiare alla tua tavola e dormire nel tuo letto. Se tu accetti mi tufferò nello stagno e ti riporterò la palla.”

“Ti prometto tutto quello che vuoi” rispose la principessa “ma riportami la palla.”

La principessa era disposta a tutto per riavere la sua palla, ma stava mentendo al povero ranocchio, non aveva nessuna intenzione di mantenere la promessa.

Il ranocchio si tuffò, recuperò la palla e la consegnò alla fanciulla che felice di riavere il suo giocattolo preferito corse al castello senza nemmeno ringraziare.

La principessa dimenticò la promessa fatta al povero animale.

Il giorno dopo, quando la ragazza era seduta a tavola con il re e le sue sorelle udì bussare al portone.

“Figlia del re, piccina, apri la porta.”

La principessa andò ad aprire, si trovò davanti il ranocchio.

Spaventata e turbata raccontò tutto al padre.

Il re andò su tutte le furie e gridò:” Non devi disprezzare chi ti ha aiutato nel momento del bisogno. Una promessa fatta deve essere mantenuta.”

Così, da quel momento il ranocchio mangiò alla tavola reale e dormì nel letto della principessa.

Il ranocchio e la principessa diventarono amici.

Una sera però la principessa involontariamente, mentre giocavano insieme, gettò contro la parete il povero ranocchio.

Il ranocchio cadde a terra quasi morto, la principessa scoppiò in lacrime.

Lo prese tra le mani e lo baciò delicatamente, fu allora che il ranocchio si trasformò in un principe bellissimo.

Il principe raccontò che una strega malvagia gli aveva fatto un incantesimo e che soltanto il bacio di una giovane ragazza lo avrebbe liberato.

Da quel giorno la bella principessa e il principe “ranocchio” vissero felici e contenti.

Liberamente tratta dalla favola dei fratelli Grimm

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